Quando si sceglie di competere, di fare agonismo, si fa una sorta di patto con se stessi che necessariamente -se stiamo parlando di sport di squadra- si lega con il volere dei propri compagni. Questo fa parte di un contratto non scritto che deve essere sempre rispettato da tutti: dare sempre il massimo di se stessi nonostante tutto e nonostante tutti. Non importa chi si affronta e le circostanze, il pensiero deve sempre rimanere quello. Rispettare se stessi ed i compagni che insieme a noi stanno rappresentando quella maglia.
Dopo un avvio positivo a Forlì, l’esordio a Roma, nel nostro Palamunicipio, non è andato come speravamo. Avremmo voluto dimostrare di più, regalare uno spettacolo migliore a chi come sempre, e non ci stancheremo mai di ringraziare, viene a sostenerci in modo colorato, caloroso ed incondizionato. Sapevamo fin dalla vigilia che il Viareggio, forte anche di una prestazione “maschia” contro la corazzata Vicenza (0-3 al PalaPardini di Lido di Camaiore) sarebbe stato ospite ostico e determinato.
Già dalle prime battute si è subito capito che la serata sarebbe stata impegnativa e sopratutto in difesa data la velocissima penalità rimediata al primo minuto di gioco. Tirato un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo sono però state poche le chance di impensierire gli ospiti. Ad ogni modo l’equilibrio c’è stato fino a metà della prima frazione di gioco a conferma che i romani se non possono colpire sanno almeno incassare. Con lo scorrere del tempo la serata ha preso la piega -sbagliata ovviamente- che si temeva; Toscani con il piede sull’acceleratore e Mammuth pronti a sacrificarsi su ogni disco. È stato bello finché è durato. Una volta fatto breccia nella porta giallorossa il Viareggio non ha fatto altro che “picconare” con regolarità fino ad andare avanti prima 0-2, all’11’ e al 12’, fino ad allungare 0-4 negli ultimi due giri di orologio prima del riposo.
Con un Viareggio così la serata sembrava ormai archiviata, ma non si poteva e non si doveva mollare, nonostante tutto e nonostante tutti. Nella seconda frazione gli ospiti hanno ripreso a scrivere il copione da dove avevano lasciato pochi minuti prima. Anche se tutti in campo e fuori hanno capito il finale -poco emozionante- i Mammuth ci hanno provato incuranti di quel tabellone che amaramente li condannava.
Il Viareggio ha martellato e punito, allungando con la tranquillità di chi sa di avere in mano la gara ed i primi tre punti della stagione, ma a Roma c’era voglia e orgoglio e si è provato a conquistare dischi e centimetri per arrivare ad ottenere anche una sola rete. Bellini e compagni girano, giocano e arrivano fino ad un severo 0-9 quando mancano 2’47” dal fischio finale.
I titoli di coda erano quasi in sovrimpressione ma arrivava una superiorità per i padroni di casa. Un’occasione, una sola e l’ultima della serata che quindi non andava sprecata. Lo sapeva bene Carminucci che ci ha messo la stecca e la rabbia di chi avrebbe voluto dare di più: arriva dunque la rete che cancella quel maledetto 0 dal tabellone e finisce con un severo -non sappiamo se giusto- 1-9.
Il dispiacere ed il rammarico sono tanti: dispiace e dispiacerà sempre non riuscire a togliersi e regalare soddisfazioni, ma noi siamo qui e nonostante tutto e tutti ci riproveremo ogni volta finché non tradiremo il patto con noi stessi e con la nostra maglia.