La quiete e (sopratutto) la tempesta – Mammuth vs Vicenza (0-16)

Correva l’anno 2017, stagione nella quale i romani parteciparono per l’ultima volta al massimo campionato di Serie A. Molte tempo è trascorso da allora, tante cose sono accadute -tra cui una pandemia- e tante altre sono cambiate. Di quella formazione di Serie A ormai sono rimasti in pochi; fortunatamente altri compagni sono arrivati e hanno fatto sì che i Mammuth continuassero la loro storia. Quei “reduci” però, anche se in cuor loro lo avevano sempre sperato, non credevano più di poter rigiocare ad un hockey di alto, altissimo, livello come quello del massimo campionato. Eppure il destino a volte sa essere benevolo e beffardo, dipende da come lo si vuole vedere, ed un piccolo regalo a quei ragazzi lo ha fatto.

Ieri sera il centro sportivo che accoglie il Palamunicipio romano è sembrato fin da subito diverso. Nessuna attività collaterale come spesso succede di sabato sera, tutto spento se non appunto il Palamunicipio, come a sottolineare l’appuntamento della serata sarebbe sto uno ed uno solo: Mammuth vs Vicenza. Prima della gara c’è stato tempo per i saluti e qualche chiacchierata con gli avversari che negli anni avevamo già avuto modo di conoscere dentro e fuori la pista. Una sensazione strana, un salto indietro nel tempo. Il pre-gara è sembrato lunghissimo, ne abbiamo assaporato ogni momento e goduto la giusta tensione come in ogni appuntamento che si rispetti. Alle 20 precise è arrivato però il momento clou, quello di scendere in pista ed iniziare la partita contro un Vicenza sotto una veste societaria diversa, ma con le stesse maglie di quella gloriosa squadra di Serie A e sopratutto con la stessa classe di gioco.

Una manciata di secondi e le primissime accelerate di Vendrame sono bastati per far capire a tutti quale sarebbe stato lo spettacolo della successiva ora e mezza. Dopo tre minuti l’equilibrio lo sbloccano, ovviamente, gli ospiti che provano immediatamente a mettere in chiaro che la Serie B è solo un purgatorio passeggero e che non c’è voglia di perdere tempo. I ragazzi di casa parlano poco ma si scambiano sguardi che dicono molto. Si soffre e ci si sacrifica mentre i veneti aumentano le statistiche di tiro. Nonostante tutto il punteggio tiene per quasi 10’ e la cosa non è affatto male. Si percepisce però che il vento sta per cambiare, un po’ come accade durante una giornata invernale quando il cielo da azzurro con qualche nuvola sparsa si scurisce con l’arrivo di un forte temporale.

La tempesta è solo in arrivo ed i Mammuth hanno solo un ombrello con il quale provarsi a coprire. La formazione berica comincia a prendere le misure in pista e il largo sul tabellone chiudendo la prima frazione di gioco con un eloquente 0-6. Alla vigilia si sapeva che sarebbe stata una serata nella quale bisognava limitare i danni, ma un pizzico di fastidio c’è e si capisce anche dalle facce dei capitolini durante il riposo. Nella seconda parte di gara c’è spazio per tutti i Mammuth, ancora una volta presenti con tre linee, e si continua giustamente a dar fiducia alle giovani leve provenienti dal settore giovanile. Vederli in pista regolarmente, a scontrarsi ed a fare esperienza contro formazioni del genere, è per noi tutti motivo di orgoglio e speranza.

Nel frattempo la formazione vicentina si carica e prende sempre più forza e da semplice temporale diviene a tutti gli effetti una tempesta che si abbatte all’interno del Palamunicipio. Pochi gli attacchi giallorossi che si perdono tra gli affondi avversari, ma nonostante le sedici (!!!) reti subite i Mammuth sono come delle canne di bambù che si piegano permettendo che la tempesta scivoli addosso senza però spezzarli.
E se ogni volta siamo sempre pronti a rialzarci lo dobbiamo al nostro carattere, alla passione che proviamo verso ciò che facciamo e soprattutto grazie al nostro pubblico che incondizionatamente non smette mai di sostenerci fungendo da parafulmine durante le tempeste peggiori.

Una serata dura ed impegnativa, proprio come ce l’aspettavamo e che non fa di certo piacere, ma vogliamo prendere spunto dalla frase di Mandela che una volta disse: “io non perdo mai: o vinco o imparo.”
Ecco, noi ci auguriamo che la nostra squadra, soprattutto i più giovani, possa trarre dalla gara di ieri solo le esperienze utili per provare a migliorare. Domani è già tempo di tornare in pista ad allenarsi in attesa che torni il sole.

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